Le modalità organizzative emerse, nel corso degli ultimi anni, come alternativa ai modelli produttivi di matrice fordista-taylorista sono state oggetto di numerose indagini empiriche. Tali indagini si prefiggono sia di valutare la diffusione di pratiche innovative, sia di stabilire se, e come, esse influenzino la performance dell'impresa, le condizioni lavorative dei dipendenti ed il livello di skills richiesto. L'obiettivo di questo contributo è delineare i recenti sviluppi dell'organizzazione aziendale attraverso l'analisi della letteratura empirica. Anzitutto, le analisi proposte suggeriscono che la diffusione di cambiamenti organizzativi innovativi, seppur ancora limitata, ha buone possibilità di crescita e di sviluppo. Attualmente, comunque, tale diffusione appare maggiore nelle imprese di grande dimensione, appartenenti al settore manifatturiero e caratterizzate da livelli elevati di innovazione sui prodotti e sui processi. All'introduzione di pratiche innovative appare frequentemente associato, inoltre, un incremento del livello di skills e di competenze richieste ai lavoratori, non solo in termini di conoscenze tecniche, ma anche di capacità interpersonali e di comunicazione. Gli studi esaminati non consentono di asserire, tuttavia, che la diffusione di nuove forme di organizzazione del lavoro sia sempre associata a superiori performance d'impresa. E' possibile affermare, comunque, che raramente le pratiche considerate hanno effetti significativi se introdotte singolarmente: è generalmente confermata l'esistenza di una forte complementarietà tra tali pratiche. L'efficacia di modalità organizzative innovative appare positivamente associata, infine, alla presenza nelle imprese di buone relazioni industriali tra dipendenti, loro rappresentati, direzione dell'impresa e management.
|