L'accordo stipulato fra Governo e parti sociali nel luglio del 1993 ha fortemente incentivato la diffusione di contratti aziendali che prevedono l'erogazione di una quota salariale in ragione delle performance delle imprese. Tuttavia già da alcuni decenni la contrattazione decentrata delle retribuzioni è presente nel sistema bipolare di relazioni industriali adottato in Italia; in particolare nel corso degli ultimi cinquanta anni si possono rilevare periodi di una sua elevata diffusione e rilevanza alternati ad altri in cui essa assume un atteggiamento pressoché "sommerso". Al contempo, la contrattazione nazionale delle varie categorie in questo periodo evidenzia alternativamente fasi propulsive ed incentivanti ed altre di vincolo e restrizione alla diffusione di premi di risultato. Un ruolo altrettanto importante per la diffusione di schemi retributivi aziendali di questa tipologia può essere attribuito anche alle disposizioni legislative che prevedono incentivi fiscali per la loro adozione. Obiettivo di questo lavoro è quello di effettuare un primo esame qualitativo delle modalità previste in alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro alfine di individuare il ruolo da questi assunto (propulsivo o restrittivo) nella introduzione dei premi di risultato a livello aziendale. Viene inoltre proposta una breve analisi comparata con altri paesi circa il fenomeno della incentivazione fiscale per l'adozione degli schemi retributivi in esame.
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