Secondo i teorici della teoria della convergenza in un'economia aperta e globale le economie dei paesi industriali avanzati dovrebbero convergere verso modalità analoghe di organizzazione della produzione.
Le eredità storiche nazionali dei differenti processi produttivi dovrebbero dissolversi nel solvente del mercato unico. Lo sviluppo tecnologico, motore del dinamismo competitivo, imporrebbe la modalità ottimale di produzione verso la quale dovrebbero convergere i differenti assetti produttivi.
Eppure il processo di unione europea consolidato dall'euro sembra remare in direzione opposta. Si assiste infatti, in seno alla Comunità, ad un recupero della dimensione territoriale e della riflessione teorica ad essa connessa.
Perché dunque il blocco economico europeo ha generato una "rinascita" del dibattito sulle istituzioni, in particolare a livello locale? Ciò, a nostro avviso, è scaturito per il verificarsi di quattro concause originate dall'unione economica e monetaria europea: l'aumento dell'incertezza, il ruolo della conoscenza, l'economia delle diversità ed infine l'indebolimento dello Stato-nazione.
Le piattaforme interpretative territoriali possono divenire un precipitato futuro di queste quattro componenti
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