L'obiettivo di questo lavoro è quello di esaminare i fattori che incidono sulla delega dell'autorità all'interno dell'impresa. Anche se formalmente l'autorità spetta al proprietario dell'asset su cui si basa l'attività produttiva, nella realtà molti altri soggetti godono di potere decisionale. Il proprietario dell'asset può avere, infatti, interesse a delegare l'autorità a managers, lavoratori ecc. In relazione a tale scelta si determinano sistemi organizzativi centralizzati (verticali), in cui le scelte dei lavoratori devono essere approvate da un diretto superiore, oppure sistemi decentralizzati (orizzontali), in cui i lavoratori godono di ampia autonomia. La letteratura empirica ha evidenziato come, nel corso degli ultimi anni, le imprese siano state interessate da un processo di cambiamento che tende a favorire la decentralizzazione. Tale cambiamento organizzativo è esaminato attraverso una rassegna della letteratura che interpreta la struttura organizzativa come sistema di autorità.
L'esame di questa letteratura permette non solo di individuare gli elementi che incidono sul grado di discrezionalità concessa ai lavoratori, ma anche di far luce sull'emergere di altre pratiche organizzative e sull'uso in clusters delle stesse. I diversi contributi si inseriscono in due principali approcci. Il primo prescinde dai problemi derivanti dalla presenza di interessi divergenti tra gli agenti e esamina la scelta del sistema decisionale (centralizzato o decentralizzato) in relazione agli aspetti che caratterizzano i processi di acquisizione, elaborazione e trasmissione delle informazioni. Il secondo approccio ipotizza, invece, divergenza di obiettivi tra il principale e l'agente e esamina i vantaggi e gli svantaggi derivanti dalla delega del potere decisionale ai subordinati in relazione all'influenza che essa esercita sugli incentivi, sull'uso delle informazioni disponibili, sui tentativi di espropriazione delle risorse, ecc
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