28/2002
November
L'andamento degli scambi commerciali Internazionali delle Regioni italiane prima e dopo l'adozione dell'Euro
 
Aurelio Bruzzo


Secondo la nota teoria delle aree valutarie ottimali, elaborata da Mundell all'inizio degli anni '60, uno dei maggiori vantaggi derivanti dall'adozione di un'unica moneta da parte di alcuni sistemi economici nazionali consiste nella possibilità di favorire le transizioni commerciali tra gli stessi sistemi, grazie al venir meno dei costi di conversione valutaria ed alla riduzione dell'incertezza connessa alla flessibilità dei tassi di cambio.
Nonostante la materiale indisponibilità degli elementi necessari per verificare il soddisfacimento delle condizioni poste dalla teoria in oggetto, nel presente lavoro si cerca di constatare se l'adozione dell'euro - a partire dal 1999 - abbia effettivamente favorito l'espansione degli scambi commerciali tra le regioni italiane e gli altri stati aderenti all'Unione monetaria europea ed in quale modo l'eventuale impatto si sia distribuito dal punto di vista territoriale all'interno di un paese, come l'Italia, ancora profondamente dualistico.
Mediante una serie di elaborazioni incentrate sul calcolo di alcuni indici non del tutto convenzionali, applicati sia alle singole componenti dei flussi commerciali (importazioni ed esportazioni) che alla loro sommatoria, si perviene ad una serie di considerazioni, tra cui due appaiono - a nostro avviso - di notevole interesse:
a) i flussi del commercio internazionale delle regioni italiane che sono notevolmente diversi dal punto di vista sia dimensionale (in termini assoluti e relativi), ma anche che della loro composizione, fino a tutto il 2000 non hanno evidenziato variazioni di rilievo, anche presumibilmente per la brevità del periodo temporale trascorso;
b) i fenomeni di natura congiunturale avvenuti a livello internazionale negli ultimi anni sembrano essersi imposti su quelli di natura strutturale, come dovrebbe essere appunto l'istituzione dell'Unione monetaria, la quale evidentemente non si dimostra ancora sufficiente da garantire - almeno per i suoi Stati membri - l'attesa crescita degli scambi commerciali e, attraverso questi, uno sviluppo non solo duraturo nel tempo, ma anche diffuso nello spazio.

 
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